Intuitive Music And More

Benvenuti ! In questa pagina troverete tutti i ragguagli sull’attività seminariale in ambito internazionale di Markus Stockhausen inerenti al Tema “Intuitive Music And More” nonché altre informazioni ad esso attinenti.  

La Musica Intuitiva – Introduzione

Il termine „Intuitive Musik“ venne originariamente coniato da Karlheinz Stockhausen negli anni ’60, che lo adoperò sia nei suoi due cicli di testi “Aus den Sieben Tagen” e “Für Kommende Zeiten” – nei quali sono contenute istruzioni d’esecuzione (riferite alle parti da musicare dei testi) per musicisti che improvvisano intuitivamente – e sia nelle registrazioni e nei numerosi concerti (non solo) ad essi inerenti che egli allora effettuava con il suo ensemble.
Markus Stockhausen eseguì spesso queste composizioni negli anni ’80, soprattutto con l’Ensemble für Intuitive Musik di Weimar nella ex RDT (Repubblica Democratica Tedesca). Ma allo stesso momento, egli sviluppava fin d’allora un suo approccio improvvisatorio alla Musica Intuitiva del tutto personale, stilisticamente più ampio, che contiene tutte le sue esperienze nel campo dell’Improvvisazione nelle sue componenti armoniche, melodiche e ritmiche.
Il suo ideale è una musica che va al di là di qualsiasi direzione stilistica ma che a nessuna di esse si nega. È solo in questo modo che si consente all’intuizione di scorrere liberamente e di produrre una musica in grado di tener conto di tutti i fattori: quello dello spazio acustico e qualitativo, quello del tempo (in assoluto e riferito a qualsiasi momento della giornata), quello della qualità e della disposizione (d’animo) dei musicisti che ci accompagnano, quello del proprio „stato d’essere“, del pubblico presente, dell’istantanea ispirazione, così da concedere al musicista la più ampia libertà d’espressione possibile. Questa è forse la “disciplina” più ardua da tenere giacché scarica tutta la responsabilità sull’esecutore. Egli deve decidere in merito al materiale sonoro, alla forma, all’espressione, persino all’intera impostazione e costruzione del disegno musicale, e tutto ciò nel Presente cioè sul momento.
A tal fine è necessario maturare un bagaglio d’esperienze e conoscenze preliminari che potrà senz’altro venir edificato/affinato con l’esercizio. L’apprendimento ed il riconoscimento di intervalli, scale, armonie e ritmi a mo’ di base per l’improvvisazione, l’educazione all’ascolto così come l’acquisizione di conoscenze sui vari sviluppi delle forme (musicali), e tanto altro in quest’ambito, fanno parte delle nozioni fondamentali che Markus Stockhausen trasmette durante i corsi che tiene in campo internazionale. Oltre a ciò verranno impartiti insegnamenti che favoriscano l’attenzione ed una maggiore dimestichezza nei rapporti con/fra toni e suoni, la capacità di percezione e lo sviluppo delle abilità intuitive. I seminari verranno accompagnati da un’offerta di corsi Yoga e di esercitazioni per agevolare la concentrazione e la meditazione. Si tratta di una via globale del Fare Musica che richiede ed al contempo promuove ed affina tutte le capacità del musicista creativo.

Corsi internazionali

Intuitive Music and More & Intuitive Music Orchestra

Intuitive Music and More, aperto a tutti i musicisti che mostrano interesse verso l’improvvisazione, hanno già una certa esperienza in tale ambito e sono in grado di suonare bene il proprio strumento.

L’arte dell’improvvisazione, della creatività e dell’ascolto.
Vi sono molte cose da apprendere e da osservare nella libera improvvisazione: da scale e ritmi alla composizione istantanea della forma e, innanzitutto, “L’arte di Ascoltarsi” l’un l’altro. È uno dei percorsi più stimolanti e gratificanti del fare musica oggi e sprona lo spirito creativo di ogni musicista.

Markus Stockhausen lavorerà sull’improvvisazione, concedendo un’enfasi speciale ad una visione intuitiva della stessa, rivolgendosi a musicisti di grado avanzato provenienti da qualsiasi indirizzo stilistico. Facendo in modo che i partecipanti possano esplorare fattori come creatività e consapevolezza, conoscenza e sentimento, l’arte di ascoltare, focalizzandosi su una componente pratica dell’apprendimento.
Requisiti: i partecipanti devono portare i propri rispettivi strumenti (è disponibile un pianoforte?).

„La musica intuitiva rappresenta per me la via più stimolante ed altresì quella più gratificante del “fare musica” perché tutto viene deciso sul momento, “sul luogo”. È qualcosa che va oltre l’improvvisazione, quest’ultima solitamente svolta in uno certo stile predeterminato, su una canzone, un ritmo prescelto, un modello armonico, ecc…..La musica intuitiva non ha per me confini stilistici, dovrebbe essere idealmente “fresca”, musica di “questo esatto momento”. Tutto viene deciso proprio ora, sul momento. Essa richiede tutte le vostre abilità musicali, la tecnica e le qualità musicali, la vostra fantasia e spirito creativo. Nel ruolo di esecutori, avete bisogno di una mente molto aperta e distesa e perfino di un orecchio ancora più attento del solito, pronto a captare qualcosa che va oltre i vostri limiti. Talvolta suonerete cose che risulteranno essere del tutto nuove perfino per voi stessi. Specialmente in un ensemble di esecutori, si materializza una musica nuova che altrimenti, in altro modo, non sarebbe mai potuta essere composta né immaginata.“ (Markus Stockhausen, 2011)

Accademia Internazionale “Intuitive Music and More“

Intuitive Music Orchestra in Köln am 23.10.2015 mit Markus Stockhausen, Foto: Viramo

Scopo dell’Accademia è quello di formare innanzitutto giovani musicisti di ogni indirizzo stilistico all’acquisizione di tecniche d’esecuzione intuitiva ed indicare loro un cammino verso un “fare musica” professionale con la Musica Intuitiva. Musicisti più avanti con l’età e professionisti saranno altrettanto benvenuti. Presupposto basilare è sempre una solida padronanza del proprio strumento o della propria voce. Esperienze nell’ambito dell’improvvisazione saranno naturalmente assai benvenute ma non rappresentano esse un requisito imprescindibile per l’accesso all’Accademia.
Un aspetto importante dei corsi internazionali è l’instaurarsi di contatti reciproci fra i musicisti così come l’apprendimento ed il rispetto di svariate prassi esecutive.
L’Accademia si tiene in vari luoghi ed in diverse Nazioni, sempre sotto la guida di Markus Stockhausen.
Di corsi se ne sono svolti finora alla Bundeskunsthalle di Bonn (2009 – 2014), Bogliasco (2007-2009), Vianino (2009/10), presso il Conservatorio di Venezia (2009), a Dresda (Palucca Schule 2007/08/10), presso il Conservatorio di Monopoli (2007), presso l’Alanus Sommerakademie e Alanus Werkhaus di Alfter (1990/91, 2014, 2015), a Sassari (2009), presso l’Accademia Sandkrughof di Schnakenbek (2008), durante il Festival Cervantino di Guanajato, Mexico (2008), in occasione del Chosen Vale International Trumpet Seminar (2007-08), presso il Conservatorio di Las Palmas, Gran Canaria (2008), a Naxos (2012), Paros (2013/2014), Graz (2014), San Quirico d’Orcia (2015) ed in vari altri luoghi.
Se desiderate organizzare un seminario in sintonia con i principi di questa Accademia con Markus Stockhausen, metteteVi in contatto con noi.
music

Preparazione per un corso di Musica Intuitiva

Intuitive Music and More

Come mi posso preparare per un corso “Intuitive Music And More”?
Esercizi d’ascolto:


  • eseguire – riascoltare (due persone)
  • riconoscimento degli intervalli?
  • riconoscimento delle scale
  • esercitarsi su tutte le scale (vedi schema)
  • esercitarsi sulle scale con l’ausilio di un metronomo: in figurazioni di quarti(ne), ottavi, sedicesimi, sestine, ecc….
  • esercizi d’improvvisazione con e sulle scale, adoperando dapprima 5, poi 7 toni e più in là l’intera gamma/estensione (di toni)
  • esercizi d’improvvisazione atonale, utilizzando tutti i toni in modo paritario
  • improvvisazioni con rumori e suoni
  • improvvisazioni associate a colori e/o ad altri elementi

Contenuto del corso: esercizi d’ascolto, scale, improvvisazione. Esecuzioni per conto proprio, con due o più interpreti, in gruppi numerosi; in differenti stili e con differenti ritmi; strutture formali; esecuzioni in stile polifonico, spazializzazione sonora, improvvisazione itinerante/in movimento, ecc…..Preparazione di un concerto finale, possibilmente pubblico.



Resoconto sui corsi

INTUITIVE MUSIC AND MORE
 – L’Accademia Internazionale di Markus Stockhausen
 – un resoconto di Stephanie Lepp

Quiete – Vuoto

Un foglio bianco

Dal Nulla scaturisce il Suono

Svanisce nuovamente

Ogni volta nuovo – sorprendente

Ogni momento è unico –
non si ripresenta mai allo stesso modo

Bellezza nella Fugacità

Cos’è “Intuitive Music and More”?

Fornire una stringata risposta a questa domanda non è semplice. La cosa migliore sarebbe prenderne conoscenza/farne un’esperienza diretta della formulazione “Intuitive Music and More”. Il testo che segue vorrebbe descrivere la mia esperienza personale, frutto della partecipazione a diversi corsi che Markus Stockhausen tiene fin dal 2007 in vari luoghi in Germania ed all’estero.
La musica che non sia definibile secondo un determinato indirizzo stilistico, bensì possa veramente essere eseguita liberamente, ha sempre esercitato un grande fascino su di me. Ed è proprio ciò che qui vien trattato.
Ognuno può apportare le proprie conoscenze e capacità in ambito musicale nei più svariati modi ed ampliarle creativamente. Ci s’incammina in un viaggio attraverso mondi di note, suoni, astratti o melodici, seguendo impianti tonali o meno, ecc…., talvolta in qualità di solista , talaltra rinunciandovi, operando in team con diversi musicisti. Viene incoraggiata una lucida “vigilanza” affinché si sia incessantemente in grado di entrare in relazione con situazioni sempre nuove ed inattese. In questo contesto, la comunicazione musicale con gli altri musicisti è una necessità nonché poi fonte di godimento.
Questa modalità di “fare musica” è espressione del mio animo/essere, ogni nota viene verso di me, è parte di me ed al contempo parte dell’Ensemble. Inoltre, l’udito viene sensibilizzato ed istruito in modo intensivo, la percezione di suoni, voci ed atmosfere viene addirittura anticipata – vitale intuizione! Tutto quanto è sfida costante. Mentre io sono occupata con le mie idee, le mie possibilità ed i miei limiti, i miei occhi e le mie orecchie non possono omettere niente di ciò che mi accade intorno. Ciò significa rinunciare al frequente affiorar dell’ego e semplicemente essere “nel Momento”, “nel Qui ed Ora”, contribuendo al fine/quesito/servizio comune: cosa “serve” alla musica che sta or ora emergendo?

Per sviluppare pian piano il “fiuto” per ogni suono, ogni intervallo, ogni scala, e così divenire consapevoli del profondo significato dei suoni, l’effettuazione di determinati esercizi di educazione all’ascolto sul/col proprio strumento rappresenta una parte importante del corso. Ad esempio:

  • eseguire, riprodurre e riconoscere intervalli, inversioni di triadi, le scale più disparate (scala ecclesiastica, scala esatonica, scala cromatica), ecc… in tutte le tonalità;
  • riprodurre note, dapprima all’interno di un intervallo di quinta, poi all’interno di un’ottava (usando la totalità dei 12 semitoni in essa contenuti) – le note dovrebbero essere trovate in maniera intuitiva, il più velocemente possibile – ;
  • due esecutori propongono, improvvisando, alcuni intervalli; vicendevolmente, ognuno modifica di volta in volta una nota – un terzo esecutore ne indica il nome – ;
  • il gruppo propone con lentezza degli intervalli e prolunga la durata dei suoni, questi ultimi assumono di volta in volta il compito di note fondamentali/di riferimento per un altro musicista, il quale c’improvvisa sopra utilizzando una scala determinata (per es. una scala dorica). Appena l’improvvisatore si sentirà “sicuro”, a suo agio in una tonalità, verrà sostituita la nota fondamentale/di riferimento;
  • riproduzione dei più diversi modelli all’interno di una scala ben definita;
  • improvvisazione tonale all’interno di una scala precisa;
  • in duo: avvio in una scala prestabilita. Di volta in volta un esecutore cambia una nota (estranea alla scala), sulla quale l’altro deve “reagire”. Ne scaturiscono così sempre nuove scale da “attraversare”.

Udito e percezione dovrebbero venir così ben “educati” fino ad essere capaci di riconoscere, durante un’improvvisazione di gruppo, quando ed in che modo si modificano/evolvono i suoni/le note, quali nuove note vengono integrate, in quale scala ci si trova, in qual direzione si desidera o si può andare, ecc….
Secondo la filosofia di Markus Stockhausen, l’attenzione si deve dirigere idealmente rispettivamente per metà verso se stessi e per metà verso gli altri musicisti partecipanti ad una performance. Una costante attenzione è requisito essenziale. La musica diviene una sorta di scultura alla cui edificazione prendono parte contemporaneamente vari scultori.
La libertà del suonar intuitivamente “significa”, per ogni esecutore, rinnovarsi costantemente, essere “autoresponsabile” e decidere cosa suonare o meno. Emergono domande quali, ad es.: “Quale sarà il/la prossimo/a” suono/nota?”, “Devo suonare sempre o così facendo corro il pericolo di distruggere qualcosa di bello?”, “Vado in un’altra direzione e do un nuovo impulso?”, “Mi faccio da parte di nuovo?”, “Si è manifestata ora una nuova scala?”, “Sostengo questa direzione o dovrei piuttosto mutare il flusso? E se si, come?” Ecc…

Vi è anche tanto altro che richiede attenzione; in particolare, bisogna essere sinceri ed onesti verso se stessi (e gli altri). Devo veramente suonare soltanto se ho qualcosa da dire! A poco a poco magari constato che certe note le suono in modo stereotipato e qualcosa si srotola in modo sempre “preconfezionato”. Interrompere consapevolmente simili abituali cliché necessità di sforzo creativo – una chance per sperimentare qualcosa di nuovo e per ampliare i propri orizzonti.

S’improvvisa in diverse formazioni, spesso del tutto liberamente oppure aderendo a precise impostazioni:

  • motiviche = entrare in sintonia con un motivo, modificarlo, ampliarlo, invertirlo, ecc….. Importante: instaurare una comunicazione, immedesimarsi negli altri(!);
  • libera improvvisazione di gruppo con alcune regole limitative. Poniamo l’esempio di una “regola” secondo la quale non dovrebbero mai suonare più di tre musicisti contemporaneamente: consapevolmente inserirsi o fare una pausa;
  • variazioni ritmiche: per es., introdurre sincopi, terzine, quintine – formare curve di tensione attraverso formule ritmiche – ;
  • improvvisazione in stile dodecafonico/seriale – i 12 toni sono gerarchicamente equivalenti e possibilmente devono riapparire spesso e nello stesso modo – ;
  • diverse improvvisazioni libere in successione ed in contrasto fra loro;
  • in veste solistica: modulare – mescolanza di campi tonali ed atonali, “passeggiare” attraverso le più diverse tonalità, cangiare i colori “camaleonticamente”, non vincolarsi mai ad alcunché – ;
  • in duo: come scorre l’energia? Sostenere gli altri, donare degl’impulsi – lasciar spazio al partner – fare attenzione ad (evitare) uno svolgimento formale;
  • “Minimal Music”; interdipendenza/sovrapposizione di corti incisi; immergersi a poco a poco nel flusso musicale;
  • „Stille an der richtigen Stelle”, Silenzio al posto giusto = Musica (!);
  • improvvisazione con accento sulle differenziazioni timbriche, “come un dipinto astratto” – effetti, con l’utilizzo anche di rumori ambientali, brani percussivi, ecc…. – ; non rinunciare mai alla sensibilità ed aver un occhio di riguardo per l’estetica;
  • “volare ed atterrare” all’interno di uno schema accordale – volar via da esso e ad un preciso segnale atterrare di nuovo in un ambito accordale – ;

Si potrebbe continuare a lungo con questa lista.

Affascinante è osservare come musicisti di differenti livelli/background possano sviluppare qualcosa dotato di natura propria ed in sé unitario. Nel corso di un seminario ogni partecipante fa esperienza diretta di uno sviluppo progressivo e collettivo. Ne scaturisce una necessaria sensibile dinamica di gruppo, presupposto principe per sonar intuitivamente.
Il modo positivo con cui Markus Stockhausen “giunge” ad ogni partecipante del corso è entusiasmante. Da un lato egli leva paure ed inibizioni ai musicisti che non hanno esperienza in fatto d’improvvisazione, dall’altro lato riesce ad andar a “prendere” i partecipanti, là dove esattamente essi si “trovano” musicalmente.
La possibilità ulteriore di poter prendere parte a pratiche Yoga nonché ad esercitazioni di concentrazione e meditazione la considero uno straordinario arricchimento; un arricchimento che ogni volta sfocia verso qualcosa di nuovo . Il concetto “….and More” ne guadagna qui soprattutto in termini di qualità – congiunto con “Intuitive Music….” dà origine ad un’esperienza innovativa e totalizzante – .
Ancor più emozionante è quando viene annunciato “Intuitive Music, Dance and More”. Con il movimento sopraggiungono un ulteriore componente ed un’ulteriore fonte d’ispirazione. I musicisti si rapportano e reagiscono ai danzatori e viceversa – ne scaturisce una performance interattiva, un Gesamtkunstwerk, un’”opera totale” – .
Ed a coronamento del corso, a mo’ di Coda, normalmente si tiene una performance pubblica.
La prima volta che mi recai ad un corso a Bogliasco, non sapevo ancora in che modo esso avrebbe influito sul mio modo di suonare e “pensare musicalmente”, ed in che misura esso avrebbe potuto apportare delle modifiche…… Nel frattempo ed oramai, la musica intuitiva è diventata per me una maniera/prassi liberatoria di “vivere” la musica. Da quel momento ho incontrato ed instaurato una relazione più profonda ed intima col mio strumento e si è manifestata la fondamentale sensazione del “fare musica” in modo più disteso.
Ora finalmente avverto distintamente lo spazio per la Creatività e l’Inatteso….Non di rado resto sorpresa per le idee degli esecutori che suonano con me – e talvolta per le mie stesse idee – . Perfino sorgono momenti in cui io mi dimentico di me stessa e divento semplicemente parte del tutto – l’indescrivibile sensazione “essere Musica” la posso qui, in questo contesto, sperimentare incessantemente – . Ciò è “Espressione di Vita”: vita nella ed attraverso la musica. Ogni partecipante non è solo “apportatore di note” ma anche del proprio carattere, della propria fantasia e della propria essenza e natura nella sua totalità.
Stephanie Lepp
, Aprile 2011